IL TENNIS IN ITALIA È RIPARTITO. ECCO COME

Dal 4 maggio i prima e seconda categoria di tennis, padel e beach tennis si possono allenare, seguendo le disposizioni di sicurezza, su tutto il territorio nazionale. Il Veneto e la Liguria con un’ordinanza, hanno aperto a tutti gli agonisti. L’Abruzzo riapre a tutti, circoli compresi, come in Sicilia e Sardegna

la Regione autonoma della Sardegna  seguendo l’esempio della Sicilia consente “sul territorio regionale gli sport individualiall’aria aperta (golf, tiro al piattello, atletica, equitazione, tiro a segno, vela, tennis e simili )nell’ambito dei rispettivi centri sportivi, che dovranno garantire il rispetto di turnazioni tali da impedire il contemporaneo accesso di atleti alle strutture, il loro contatto o la fruizione promiscua di spogliatoi, bagni, docce o spazi comuni al chiuso”.

Centri sportivi che dunque potranno riprendere la loro attività ovviamente nel rispetto di una serie di norme: “I centri sportivi per sport individuali all’aria aperta, in caso di apertura, dovranno garantire altresì la costante igienizzazione e sanificazione degli ambienti al chiuso ed in particolare di spogliatoi, bagni e docce dopo ciascun utilizzo. È fatto divieto assoluto di somministrare alimenti e bevande all’interno di tali centri sportivi”.

SPADAFORA: “SE CTS VALIDA LINEE GUIDA, DAL 18 MAGGIO RIAPRONO CIRCOLI TENNIS”

All’inizio della prossima settimana il ministero dello sport presenterà al Comitato tecnico scientifico le linee guida per la riapertura di circoli di tennis, palestre, centri danza e circoli sportivi. Lo ha dichiarato il ministro delle politiche giovanili e dello sport, Vincenzo Spadafora, intervenuto al programma televisivo “Mi manda Raitre”. Il ministro ha di nuovo sottolineato che l’ultimo provvedimento del Governo prevede che l’attività sportiva e motoria sia consentita “nei parchi e nei luoghi che i vari sindaci riterranno di aprire, con le solite distanze di sicurezza, ognuno deve fare il possibile per il rispetto delle regole. Per adesso questo è anche un test che in due settimane ci consentirà di vedere se è possibile man mano aprire altro. Ad esempio le palestre, i centri danza, i vari centri sportivi, i circoli di tennis”.

Proprio in tal senso va visto il prossimo passo: “Già all’inizio della prossima settimana – ha concluso Spadafora –proporremo al Comitato tecnico scientifico le linee guida per tutti questi centri sportivi. Appena saranno validate, vorrei inserire nel dpcm che parte dal 18 maggio la possibile apertura dei centri stessi”.

Il “Nonalogo” del tennis post coronavirus

Spiegate durante una videoconferenza le nove regole cui attenersi per tornare in campo dopo la pandemia:

Il tennis preme per tornare a giocare, e si sente forte delle sue caratteristiche che salvaguardano il distanziamento sociale. E pur di tornare in campo si dota di un Nonalogo (un decalogo di nove regole…) che dovrebbe impedire il contagio.

Il «Nonalogo» del tennis post coronavirus

1) In prossimità dei campi devi arrivare sempre con mascherina, guanti e gel igienizzante nel portaracchette.

2) Mantieni sempre la distanza di sicurezza di almeno un metro prima, durante e dopo aver giocato a tennis, soprattutto nel doppio.

3) Quando giochi, ricordati di indossare il guanto con la mano non dominate con cui lanci la palla nel servizio o raccogli le palline.

4) Se non riesci a giocare con il guanto, poiché giochi il rovescio a due mani, utilizza il gel disinfettante ad ogni cambio campo.

5) La stretta di mano, o il “batti cinque” puoi sostituirla con un tocco della punta della racchetta con quella del tuo compagno di gioco.

6) Se hai giocato un match, l’arbitro puoi salutarlo indicandolo con la testa della racchetta.

7) Prima e dopo il match lavati accuratamente le mani e appena puoi utilizza il gel igienizzante.

8) Cambia campo dal lato opposto rispetto al tuo avversario; se non è possibile ricordati la distanza di sicurezza.

9) Togli l’over-grip al termine di ogni incontro e rimettine uno nuovo prima del successivo.

Durante la videoconferenza in cui sono state rese note, che ha coinvolto gli oltre 10 mila insegnanti e 3500 dirigenti del tennis italiano, il presidente della federtennis Binaghi ha spiegato che la Fit ha due obiettivi: riprogrammare gli Internazionali d’Italia in autunno («Speriamo che l’Atp ci dia il via libera quanto prima») e far ripartire lo sport di base.
Dobbiamo far capire a chi ci amministra, il Governo, chi dovrà decidere le varie fasi della ripresa della nostra vita sociale, che il tennis, per le sue caratteristiche intrinseche e per le ulteriori precauzioni che potremo prendere è, tra gli sport più diffusi nel nostro paese, quello più sicuro», ha detto Binaghi.  Alla videoconferenza ha partecipato anche il presidente e ad di Sport e Salute Vito Cozzoli, che ha informato che nei prossimi giorni inizieranno le erogazioni del contributo a favore dei collaboratori sportivi (145 le domande pervenute) e ha condiviso l’ottimismo della Fit sulla ripresa: «Il tennis, come altre discipline dove non si deve necessariamente condividere lo spogliatoio potrebbe riprendere prima di altre».

BINAGHI AL CORSERA: “DIFENDO IL TENNIS. NOI PRONTI A RIPARTIRE”

In una lunga intervista al “Corriere della Sera” a firma Gaia Piccardi, il presidente della FIT, Angelo Binaghi, ha affrontato diversi temi, dai provvedimenti adottati per affrontare l’emergenza coronavirus alla nuova collocazione nel calendario degli Internazionali BNL d’Italia, sino alle modalità che saranno introdotte quando sarà possibile riprendere l’attività.

Di seguito il testo integrale:

Presidente Angelo Binaghi, la cassa integrazione per i dipendenti della Federtennis ha scatenato l’ira dei sindacati. Mai era successo in una Federazione sportiva italiana: una mossa antisindacale?
“Quando i contributi erano erogati dal Coni, effettivamente il criterio attribuiva alla voce ‘copertura dei costi del personale’ una quota della cifra. Lo scorso dicembre, però, in seguito alla riforma, Sport e Salute Spa ha adottato nuovi criteri, più oggettivi e meritocratici, decidendo che a partire dal 2020 i contributi non fanno più riferimento specifico alla copertura del costo del personale ma sono un ‘premio’ per i risultati sportivi ottenuti. In altre parole, da quest’anno alle Federazioni vengono riconosciute la completa autonomia gestionale e, quindi, la piena assunzione di responsabilità”.

Si assume la responsabilità di una decisione perlomeno spregiudicata, quindi?
“I dati nudi e crudi sono questi: abbiamo sospeso tutti i contratti, da Barazzutti a Pietrangeli, prevedendo una variazione di bilancio da stato di guerra: 37 milioni di contrazione delle entrate su 60 di fatturato. Siamo la Federazione che più di tutte si autofinanzia (87%), perciò siamo quella che più soffre. Ho 3200 società che non so se riusciranno a ripartire, 9640 insegnanti che in tasca non hanno una lira e qui stiamo parlando di qualche decina di persone rispetto al dramma di altre migliaia, i miei azionisti. Spregiudicatezza, lei dice. Io dico che abbiamo preso decisioni veloci e necessarie, nell’interesse di tutto il movimento. L’ho detto anche al Coni: dovreste fare lo stesso”.

Crede che altre Federazioni seguiranno il modello FIT?
“Ho la casella di posta zeppa di mail di persone del mio mondo che vedono che stiamo combattendo con il sindacato che difende un gruppo di privilegiati in un momento di pandemia epocale. Qualcuno mi chiama Robin Hood”.

Non esageriamo.
“Ti sei mosso in modo sacrosanto, mi scrivono certi colleghi. Sport e Salute ha detto che dovevamo rispettare smart working e smaltimento ferie. Ho fatto tutto quello che ci chiedevano”.

Chi ha detto che la imiterà?
“Non mi interessa chi mi segue. E’ un problema loro”.

E’ sano avere un equilibrio economico basato in maniera esagerata su un solo evento?
“Gli eventi sono due: Internazionali d’Italia e Next Gen”.

Non paragonabili, però.
“E’ sano, mi chiedeva. Mah, guardiamo i fatti: il tennis è lo sport più cresciuto in Italia negli ultimi 15 anni e il torneo del Foro Italico l’evento sportivo nazionale più grande. Nessuno poteva prevedere la pandemia: beato Wimbledon che si era assicurato, chissà a quale prezzo”.

Internazionali ruolo chiave, quindi. Qual è il piano A?
“Giocarli a Roma, tra settembre e ottobre, durante la nuova stagione sulla terra”.

Il piano di riserva?
“A Cagliari a novembre, a Milano sul veloce a dicembre, magari donne e uomini divisi tra Milano e Torino, con finali in sede unica, in una bella unione tra città duramente colpite dal virus. Pur di fare gli Internazionali, accetto anche le porte chiuse”.

Le Atp Finals a Torino già quest’anno sono fantatennis?
“Ne ho parlato con la Appendino: se Londra non ce la fa, coglieremo l’occasione”.

Ma che tennis sarà, per chi gioca e chi assiste?
“Dovremo essere duttili e innovativi perché per uno o due anni nulla sarà come prima. I giocatori si raccatteranno palle e asciugamani e non potranno portarsi dietro il clan: si tornerà agli anni di Pietrangeli, atleta e coach. Il pubblico entrerà e uscirà ordinato per file, siederà distanziato, mascherine e gel disinfettante per tutti. Sarà un sistema di qualità e vorrei che il tennis fosse premiato per le sue caratteristiche uniche”.

Il distanziamento sociale dato dalla rete.
“Siamo lo sport più sicuro dal punto di vista sanitario: non possono trattarci come le discipline di squadra, di contatto o indoor. Vorrei che, nel riaprire lo sport di base, chi ci governa lo capisse: spogliatoi chiusi, panchine ai lati opposti, gel a ogni cambio di campo. Il tennis può e deve ripartire appena possibile: ci basta una settimana di preavviso”.

COLLOQUIO IN VIDEO CONFERENZA DEL PRESIDENTE BINAGHI CON MINISTRO SPORT SPADAFORA

Proposte e percorsi per far superare anche al mondo dello sport italiano l’emergenza pandemia sono stati i temi al centro dei colloqui in video conferenza tra il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, e le principali federazioni sportive (“intendendo per grandi quelle per numeri economici, di tesserati e di associazioni ed enti affiliati“). Il ministro ha parlato con il Presidente della FIT Angelo Binaghi. L’obiettivo è definire un piano di rilancio da attuare non appena sarà possibile riprendere il normale corso delle attività sportive e motorie. Spadafora ne ha parlato in un video postato nei giorni scorsi su facebook, sottolineando di pensare a “un piano straordinario per le iniziative che devono partire da maggio, cioè da quando speriamo di poter essere fuori dall’emergenza coronavirus per pensare al futuro. Ma per poter ripartire da maggio, bisogna che a quella data tutte le realtà sportive possano arrivare con le risorse necessarie”.

Divieto assoluto di ogni tipo di attività sportiva

Attenzione, ribadiamo che è fatto assoluto divieto di ogni tipo di attività sportiva all’interno del nostro circolo in ottempera al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Associazione ritiene che nulla può essere più importante della salvaguardia della salute di tutti i suoi associati, evitando ogni ulteriore pericolo ad una situazione già difficile e grave per l’intera comunità italiana”.

SOSPESE TUTTE LE ATTIVITÀ SPORTIVE FINO AL 3 APRILE: IL NUOVO DECRETO DEL GOVERNO

Il Direttivo del CT Selargius  comunica  che a far data dal 10 marzo e fino al 3 Aprile ogni attività del Circolo è sospesa , invita i propri tesserati e affiliati ad attenersi scrupolosamente alle direttive contenute nei decreti del Presidente del Consiglio dell’8-9 marzo e fa appello alla responsabilità di tutti nel cogliere la difficoltà del momento ed adeguarsi a questa imprevista situazione.

Alessandro Canetto ( presidente )

05-MAR-2020 DPCM DEL 4 MARZO 2020

DPCM del 4.3.2020

Art.1, lettera C

Nei comuni diversi di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, resta consentito lo svolgimento degli eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, all’aperto od al coperto. (si vedano riferimenti agli oneri del Circolo e delle associazioni sportive specificate all’interno del decreto art.1, c).

Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d).